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Marcell Jacobs Getty ph daniele venturelli

text Teresa Favi
photo cover Daniele Venturelli

11 Maggio 2022

Marcell Jacobs, la nostra intervista all'uomo più veloce al mondo

Sogni, obbiettivi e passioni del campione olimpico che si è innamorato di Dubai

“Una medaglia d’oro alle Olimpiadi è il frutto del lavoro di molti anni. Bisogna sapersi migliorare con umiltà, riconoscendo i propri limiti, i punti deboli, ovviamente i punti di forza, e adattare la tecnica di gara e gli allenamenti alle proprie caratteristiche”. Dopo il trionfo a Tokyo 2020, nei 100 metri con il record europeo migliorato due volte e con l’Oro ottenuto anche nella staffetta 4x100 insieme a Patta, Desalu e Tortu (37.50 record italiano), Marcell Jacobs è diventato l’uomo più veloce del mondo. Poi l’ultimo oro arrivato il 20 marzo di quest’anno all’appuntamento clou della stagione indoor i Mondiali di Belgrado, in Serbia, quando è riuscito a correre i 60 metri in 6 secondi e 41 centesimi, portando a casa il miglior tempo mai raggiunto da un atleta europeo. Una conferma per la sorpresa più grande del 2021 nel mondo dell’atletica. Nato negli Stati Uniti, a El Paso, la mamma, sposata con un texano, è tornata in Italia quando lui era ancora bambino. Niente per lui è stato facile, ma l’agonismo, l’umiltà e la determinazione, oltre a caratteristiche e doti fisiche straordinarie, sono state la sua forza e il suo riscatto.

Marcell Jacobs

La doppia vittoria olimpica e i record a Tokyo 2020, le conferme di quest’anno. Cosa serve per arrivare dov’è adesso? 

Anzitutto bisogna avere dei sogni, poi la volontà e la costanza per andare a prenderli. Non si diventa campioni per caso, e non basta avere talento. Bisogna non arrendersi di fronte alle battute d’arresto, e saper creare armonia tra l’aspetto mentale e quello fisico. Se il corpo funziona bene, se la tecnica è stata ben studiata e assorbita, se ci sono concentrazione e sangue freddo, puoi ottenere tutto quello che vuoi. Ho impiegato una vita per imparare a non pensare niente quando lo starter dà il “set!” e c’è lo sparo, poi devo solo lasciarmi andare completamente alla felicità della corsa.

Marcell Jacobs


Cos’è la velocità per Marcell Jacobs?

La velocità è libertà. Quando entro in uno stadio e scendo in pista, io sento di stare a casa, e quando posso finalmente correre mi sento libero, sento che sono nato per fare questo e quello che ho sempre voluto fare. Poi mi piace la velocità in generale. Amo, per esempio, la Formula Uno. E la famiglia di mia madre è una famiglia di campioni di motocross. Credo che la velocità appartenga al mio Dna. Però nella vita di ogni giorno sono il contrario: prendo i miei tempi, sono addirittura pigro. Non do mai giudizi affrettati, mi piace ascoltare prima di dire la mia. 

Come è scattata la sua passione per l’atletica? E quando ha capito che aveva le potenzialità per diventare un campione?

La corsa mi è entrata dentro quando avevo cinque anni. Ero un bambino che non stava mai fermo. Anche dopo, nella mia adolescenza, mio nonno Osvaldo era impressionato dal modo in cui saltavo e correvo e diceva che ero “una molla”. Mi chiamava “motoretta umana”, perché uno dei miei giochi preferiti con i miei cugini era far finta di essere un motorino, tenevo le mani a manubrio e facevo il verso del motore. Ho capito che avevo talento a scuola, alle elementari, quando durante la ricreazione facevamo le corse nel cortile e io vincevo sempre. A volte mi sedevo su una panchina e aspettavo che mi raggiungessero per poi riprendere il gruppo. Ero meno bravo nelle corse campestri, perché correvo sempre a mille, fin dall’inizio, e dopo le partenze così veloci, a un certo punto non avevo più il respiro e dovevo rallentare. Ho fatto tanti sport. Oltre all’atletica dal salto alla corsa, facevo calcio, basket, nuoto. Purtroppo, sul campo di calcio andavo troppo veloce e il pallone restava sempre indietro, non riuscivo a controllarlo. Salto in lungo e 100 metri sono diventati le mie specialità. A frenarmi è stata solo una predisposizione agli infortuni, ma per fortuna sono sempre riuscito a rialzarmi e a recuperare, finché col mio coach e amico Paolo Camossi abbiamo messo a punto le strategie che ci hanno portato a Tokyo 2020.

Marcell Jacobs

Quali valori e eccellenze italiane si sente più vicini quando è in pista a rappresentare l’Italia nel mondo?

Gli italiani hanno una grande cura dei particolari, sono perfezionisti. C’è sicuramente una buona dose di competitività. La volontà di eccellere, di fare meglio degli altri, è la molla di tutto. C’è anche una grande serietà nel lavoro. E poi c’è lo spirito di squadra e un sano patriottismo. Noi italiani siamo forse meno individualisti di altri, perché crediamo molto nel valore della famiglia e della comunità che ognuno di noi rappresenta. 

Che rapporto ha con la moda? E’ stato ospite di Armani alla One Night Only Dubai, come ha vissuto quell’evento?

Siamo sempre stati appassionati alla moda, io e la mia compagna, Nicole. Ci piace scegliere con cura, cercare l’eleganza in ogni cosa, magari con una punta di trasgressione. La One night only Dubai è stata un’esperienza fantastica. Anzitutto, era la prima volta che andavo a Dubai, è stata la mia porta d’ingresso in un mondo affascinante. Armani ci aveva accompagnato nel nostro viaggio olimpico. L’albergo era super. È stata l’occasione per incontrare molte persone che si sono distinte nei loro campi, soprattutto nella moda e nel cinema. Insomma, una serata memorabile. Il mio primo grande evento, la prima grande sfilata, dopo le Olimpiadi. Una emozione. Esserci è stato importante. Oltretutto, ci siamo potuti rivedere all’aperto dopo il periodo più duro della pandemia. 

One Night Only Dubai 2021 Giorgio Armani e Marcell Jacobs


Nuova top destination nel mondo, Dubai in cosa l’ha affascina e quali sono i luoghi che l’hanno colpita di più?

Dopo esserci stato la prima volta grazie ad Armani, sono tornato a Dubai e ho potuto girarla e viverla di giorno e di notte, vivere gli alberghi, la città, la sua bellezza, la sua spensieratezza. Sono anche riuscito a fare delle puntate nel deserto. Ci siamo divertiti. E ho potuto prendermela comoda, secondo i miei tempi, perché fuori dalla pista mi piace godermi le cose. 

Marcell Jacobs

Tre grandi obiettivi per il futuro?

Voglio correre ancora più forte e proseguire la scia di vittorie. Ho tre grandi appuntamenti, per i quali sto lavorando con entusiasmo. Il primo è a Eugene, in Oregon, i campionati mondiali di atletica. Il secondo a Parigi, le Olimpiadi del 2024. Prima ancora, c’è un terzo appuntamento. Mi sposo a settembre con Nicole, la mia compagna. Ci eravamo promessi di sposarci se avessi preso una medaglia alle Olimpiadi. Non vedo l’ora di mantenere la promessa.

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