Con David Overi alla scoperta di Formitalia Luxury Group

Un viaggio nel mondo dove arte, lusso e design producono energia positiva

Azienda storica e influente nel panorama del design italiano, Formitalia Luxury Group nasce in Toscana nel ’68. E’ una storia di successo e di grandi intuizioni. Come Mirabili, brand dove il confine tra arte e design tende ad annullarsi, le licenze Tonino Lamborghini e Aston Martin con cui Formitalia scala il settore del contract. E una galleria nel quartiere più radical chic di Firenze, l’Oltrarno, al piano nobile di un antico palazzo nobiliare del Cinquecento, Palazzo Nasi, dove l’arte contemporanea sposa l’arredo d’autore in coerente evoluzione con il Dna internazionale dell’azienda. Con le sue licenze Tonino Lamborghini e Aston Martin, Formitalia Luxury Group è presente negli Emirati, a Dubai e ad Abu Dabi, dal 1997. Ne parliamo con David Overi, oggi al timone con il fratello Gianni.

I capisaldi della vostra produzione?

Qualità, marchi importanti, materiali pregiati. Fascino e lusso sempre più orientati al design minimalista e contemporaneo. La ricchezza delle forme e l'anima classica lasciano il posto ad uno stile decisamente moderno dove l'essenziale viene esaltato da materiali ricercati e finiture d'eccezione, contraddistinte da un'artigianalità orgogliosamente made in Italy.

Quali sono i vostri asset a Dubai?

Abbiamo aperto il nostro primo showroom a Dubai 25 anni fa, poi con l’evoluzione del mercato - soprattutto con le nostre licenze Aston Martin e Tonino Lamborghini - ci siamo concentrati su importanti progetti immobiliari e real estate. Abbiamo un occhio particolare per l’arredamento di residenze private e spazi pubblici, e lavoriamo in sinergia con architetti e interior decorator.

Ricorda la sua prima volta in azienda?

No, ma ricordo la prima volta che in Australia vidi dei mobili prodotti da noi. Ero studente di Marketing all’università di Sidney, ancora disinteressato all’attività fondata da mio padre. Scoprii con sorpresa che erano suoi.

Un flash sul concetto di Made in Italy.

Made in Italy significa moda per me e mi fa ricordare la nostra collaborazione con Paolo Gucci, a metà degli anni ’90, epoca in cui aveva lasciato l’azienda in maniera tumultuosa. Segnò uno spartiacque nella storia della nostra azienda. Favorì l’acquisizione della sensibilità per i pellami speciali, per le cuciture e le finiture di un certo tipo.